Giu 24

Ecco le prime spettacolari immagini del Rubin Observatory

Pubblicate – nella giornata di ieri – le prime immagini del Vera C. Rubin Observatory, il nuovo e rivoluzionario telescopio situato sulle Ande cilene, pronto a osservare l’intero cielo australe con una precisione senza precedenti.

Il comunicato stampa nazionale è disponibile qui

Immagini, video e materiali informativi sono disponibili qui

 

Immagine che mostra una piccola sezione della vista complessiva dell’ammasso della Vergine ottenuta dal Vera C. Rubin Observatory. Sono visibili due galassie a spirale (in basso a destra), tre galassie in fase di fusione (in alto a destra), diversi gruppi di galassie lontane, molte stelle appartenenti alla Via Lattea e altro ancora. Crediti: Nsf-Doe Vera C. Rubin Observatory
Questa immagine mostra una piccola sezione della vista complessiva dell’ammasso della Vergine ottenuta dal Vera C. Rubin Observatory. Sono visibili due prominenti galassie a spirale (in basso a destra), tre galassie in fase di fusione (in alto a destra), diversi gruppi di galassie lontane, molte stelle appartenenti alla Via Lattea e altro ancora. Crediti: Nsf-Doe Vera C. Rubin Observatory

Anche l’INAF d’Abruzzo partecipa al Rubin-LSST con un progetto internazionale dal titolo “Misurazione delle fluttuazioni di luminosità superficiale sui dati LSST”, che include scienziati di istituti italiani e internazionali. Il gruppo contribuisce allo sviluppo di software gestibile nell’area generale dell’analisi e dell’esplorazione della scienza con i dati Rubin-LSST, con particolare attenzione alla misurazione delle fluttuazioni di luminosità superficiale (SBF), che rappresentano uno tra i metodi per misurare la distanza delle galassie più accurati e precisi a disposizione degli astrofisici.

Negli ultimi due decenni, il team dell’INAF è stato molto attivo nella scienza delle distanze extragalattiche misurate con le SBF, grazie allo sviluppo di una procedura unica e originale per derivare l’ampiezza del segnale SBF in galassie con diverse morfologie e luminosità. Il team collabora con i gruppi internazionali di Rubin-LSST per identificare al meglio le attività di sviluppo del software, in particolare lavora all’automatizzazione delle procedure di analisi e di misura delle magnitudini SBF, caratteristica indispensabile per processare la grande mole di dati (potenzialmente qualsiasi galassia entro ~70 Mpc) che Rubin-LSST invierà nel prossimo decennio.

Il team dell’Osservatorio è guidato dal primo ricercatore Michele Cantiello e composto dai giovani ricercatori Gabriele Riccio e Rebecca Habas (che guidano lo sviluppo software per l’automatizzazione delle procedure di misura del segnale SBF), dal tecnologo Matteo Canzari (nel ruolo di computer scientist) e dalla prima ricercatrice Gabriella Raimondo (per la modellistica delle popolazioni stellari nello studio delle SBF).

Michele Cantiello spiega “Il Rubin Observatory rappresenta una sfida scientifica e tecnologica senza precedenti. Grazie al nostro contributo, saremo in grado di misurare con grande precisione la distanza di migliaia di galassie, un passo fondamentale per ricostruire la mappa tridimensionale dell’universo locale. È motivo di grande orgoglio per noi, dall’Abruzzo, partecipare a un progetto internazionale che ridefinirà la nostra comprensione del cosmo”.

 

Immagine di copertina: L’mmagine combina 678 scatti distinti realizzati dal Vera C. Rubin Observatory in poco più di sette ore di osservazione. Unendo così tante immagini, emergono in modo chiaro dettagli altrimenti deboli o invisibili, come le nubi di gas e polveri che costituiscono la Nebulosa Trifida (in alto a destra) e la Nebulosa Laguna, entrambe situate a diverse migliaia di anni luce dalla Terra. Crediti: Nsf-Doe Vera C. Rubin Observatory

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