E’ anche targata Abruzzo la “ESO picture of the week” di questa settimana
È firmata anche INAF-OA d’Abruzzo l’immagine della settimana dell’ESO – European Southern Observatory. La fotografia di questa settimana cattura due galassie a spirale sovrapposte -ma non interagenti- ed è stata “scattata” con il telescopio VLT-Survey Telescope (VST) di Cerro Paranal (Cile), uno dei più grandi telescopi al mondo dedicati alla mappatura del cielo nelle bande del visibile.
L’immagine è stata acquisita come parte del progetto VST Early-type Galaxy Survey (VEGAS), il cui scopo principale è investigare le strutture molto deboli negli ammassi di galassie, grandi insiemi di galassie tenute insieme dalla forza di gravità.
Lo studio guidato da Enrichetta Iodice, ricercatrice presso l’INAF OA di Napoli, vede nella collaborazione anche un team di ricercatori dell’OA d’Abruzzo, guidato da Michele Cantiello, che si occupa principalmente di studiare le popolazioni di ammassi globulari, raggruppamenti di stelle che testimoniano, come dei fossili, la storia passata dell’ambiente che li ospita.
Le due galassie, catturate nell’immagine in alto a sinistra, sono di tipo “a spirale”: NGC 3314a e NGC 3314b. Sebbene da Terra sembrino molto vicine e interagenti, non bisogna farsi ingannare dalla prospettiva: le due galassie si trovano rispettivamente a 117 e 140 milioni di anni luce di distanza e sono entrambe membri dell’ammasso di galassie Hydra I, nella costellazione dell’Idra. Questo eccezionale allineamento permette agli astronomi di misurare molte loro proprietà, come il contenuto di polvere e la quantità di luce stellare che essa è in grado di assorbire, e di decodificare il mix di stelle di cui sono composte, che permette di ricostruire la loro storia evolutiva.
L’immagine nasconde anche un’altra interessante sorpresa: si può notare una leggera macchia giallastra in basso a destra. Questa è la galassia ultra-diffusa UDG32. Le galassie ultra-diffuse sono oggetti grandi quanto la Via Lattea ma con cento-mille volte meno stelle, sono estremamente deboli e prive di gas per la formazione di stelle, il che le fa apparire quasi come piccole macchie nel cielo notturno. UDG 32 è una delle galassie più deboli e più estese dell’ammasso Hydra I. Lo studio, pubblicato dal team di VEGAS (leggi l’articolo), suggerisce che l’UDG 32 potrebbe essersi formata dai filamenti derivanti da NGC 3314a, ma sono necessarie ulteriori osservazioni per confermare questa ipotesi.
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