Set 16

James Webb Space Telescope: pubblicato il primo diagramma colore-magnitudine di un ammasso globulare

Lanciato da meno di un anno e pienamente operativo solo da poche settimane, il James Webb Space Telescope (JWST) promette di rivoluzionare la nostra visione dell’universo, grazie all’eccezionale accuratezza delle misure di stelle che compongono la nostra galassia e le galassie esterne lontanissime.

25 dicembre 2021: lancio del JWST dalla base ELA-3 di Arianespace, presso lo spazioporto europeo di Kourou, Guyana francese. Credit: NASA/Chris Gunn.

In questi mesi, gli astronomi hanno cominciato a ridurre ed analizzare i primi dati raccolti, in una fase che si presenta pioneristica, proprio perché le procedure di analisi, approntate negli anni di preparazione del progetto, devono essere ora testate e perfezionate sui dati “reali”.

Il gruppo di ricerca guidato da Santi Cassisi dell’INAF-OA Abruzzo partecipa ad una collaborazione scientifica internazionale, che ha recentemente elaborato ed analizzato i primissimi dati raccolti per l’ammasso globulare galattico M92 nell’ambito del Director’s Discretionary Early Release Science Program (DD-ERS programme ERS-1334), il tempo di osservazione che viene assegnato direttamente dal direttore del JWST in base alla particolare rilevanza delle idee scientifiche proposte. Situato a poco meno di 28000 anni luce dal Sole e povero di metalli pesanti, M92 (o NGC6341) è ritenuto il più vecchio ammasso stellare della Via Lattea, con un’età stimata di 14.2 miliardi di anni con un’incertezza di poco più di 1 miliardo di anni.

La procedura di riduzione dei dati, acquisisti tra il 20 e 21 giugno scorso per un totale di 1,95 ore, è risultata particolarmente complessa, dal momento che la definizione dei punti zero delle misure fotometriche è ancora in fase di analisi. Il lavoro svolto ha consentito di ottenere il primo diagramma colore-magnitudine di un ammasso globulare osservato con JWST.

Diagramma colore-magnitudine di M92 ottenuto con i dati JWST (sinistra) e HST (destra). I cerchi blu indicano le stelle “nane bianche” identificate nei dati JWST.

Le misure fotometriche raggiungono il limite inferiore di innesco dell’idrogeno in stelle di massa molto piccola (circa 1 decimo della massa solare: 0,1 Msun) sulla sequenza principale, come si vede dal confronto con i modelli teorici di evoluzione stellare sviluppati all’OA Abruzzo (linea in verde) e in collaborazione con i ricercatori dell’Instituto de Astrofísica de Canarias. E’ anche ben visibile una sequenza di 24 stelle a sinistra della sequenza principale, identificate come “nane bianche”, stelle ormai inerti dal punto di vista nucleare ed in fase di lento raffreddamento, la cui appartenenza all’ammasso stesso è stata confermata dal confronto con le immagini di archivio di Hubble Space Telescope (HST) nelle bande ottiche e dell’ultravioletto. Anche in questo caso, le linee magenta e rosse delineano le tracce teoriche di raffreddamento delle nane bianche, rispettivamente per gli inviluppi ricchi di idrogeno o di elio.

Per approfondimenti leggi l’articolo in Inglese.

 

 

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