Set 9

Nell’ammasso dell’Idra segni di evoluzione in corso

A oltre 160 milioni di anni luce da noi, nell’ammasso di galassie dell’Idra (Hydra I), un team internazionale guidato da ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica ha svelato deboli strutture mai viste prima nella luce diffusa che permea lo spazio tra le galassie. Questi dettagli sono emersi grazie ad immagini profonde e ad alta risoluzione ottenute con il telescopio italiano VST (VLT Survey Telescope), situato presso l’Osservatorio di Paranal dell’ European Southern Observatory (ESO) sulle Ande cilene e dal 2022 gestito interamente da INAF.

Sono state analizzate le strutture più fioche all’interno dell’ammasso, in particolare la cosiddetta luce intra-ammasso, una componente diffusa che pervade lo spazio intergalattico, prodotta da stelle “sottratte” ad alcune delle galassie dell’ammasso durante l’interazione con le loro compagne. Queste e altre caratteristiche confermano che in questo ammasso è ancora in corso. I risultati sono in corso di pubblicazione sulla rivista Astronomy and Astrophysics.

Coautori della ricerca sono anche Michele Cantiello, ricercatore dell’INAF-OA Abruzzo e Marco Mirabile, dottorando dell’OA Abruzzo e del GSSI, che spiegano: «Abbiamo contribuito allo studio della popolazione di ammassi globulari presenti nell’ammasso. Questi raggruppamenti di circa 100 mila stelle sono i sistemi stellari più antichi dell’universo: conoscerne le proprietà ci consente, dunque, di ricostruire e caratterizzare la formazione e l’evoluzione delle galassie e dei sistemi che li ospitano. La nostra analisi ha mostrato un rilevante aumento dell’abbondanza di ammassi globulari in regioni distanti dalle galassie più massicce di Hydra I. Questo, insieme alla bassa densità di galassie nane al centro dell’ammasso, indica che la distruzione di quest’ultima categoria di oggetti ha contribuito alla formazione della componente diffusa di luce e di ammassi globulari all’interno dell’ammasso.»

Continua Marco Mirabile «Il lavoro appena concluso è propedeutico a un progetto più ampio che porterò avanti nei prossimi mesi all’ESO di Monaco in Germania.

 

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Immagine del titolo: Al centro la galassia a spirale NGC 3312 vista dal VST. Crediti: Eso/Inaf/M. Spavone, E. Iodice

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