Mar 12

SNIa e SBF insieme per una nuova misura della costante di Hubble

Pubblicato oggi sulla rivista Astronomy & Astrophysics un lavoro che propone un nuovo metodo per la misura della costante di Hubble, che mette in evidenza le differenze tra le supernove (abbreviate in SN) utilizzate per ricavare il valore della costante stessa e utilizza le fluttuazioni di brillanza superficiale (o SBF, dall’acronimo inglese surface brightness fluctuations) delle galassie ospiti per calibrare le distanze delle supernove (vai all’articolo in Inglese). Lo studio condotto da ricercatori e ricercatrici del GSSI e dell’INAF, tra cui Michele Cantiello e Enzo Brocato dell’OA Abruzzo, si pone all’interno del dibattito in corso sul valore della costante di Hubble, il parametro che misura la velocità di espansione attuale dell’universo e che ad oggi rappresenta la principale anomalia tra osservazioni e modelli cosmologici, altrimenti in buon accordo tra loro.

Michele Cantiello, esperto del metodo SBF, spiega che il lavoro dimostra l’efficacia dell’uso delle SBF per calibrare le supernove del tipo Ia (SNIa), aprendo nuove promettenti strade per questo tipo di ricerche. Nei prossimi anni, l’avvento di strumenti come il James Webb Space Telescope e il Vera Rubin Observatory renderà questo metodo uno strumento chiave per la cosmologia di precisione.

 

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